Cos’è e come funziona una inceneritore (termovalorizzatore).Un inceneritore (o più impropriamente termovalorizzatore) è un impianto industriale di incenerimento, tramite combustione, dei rifiuti E’ essenzialmente composto da un forno all’interno del quale vengono bruciati i rifiuti (CDR), a volte anche con l’ausilio di gas metano che serve ad innalzare la temperatura di combustione nel caso il CDR non abbia sufficienti caratteristiche di potere calorifico; il calore prodotto porta a vaporizzazione l’acqua in circolazione nella caldaia posta a valle, e il vapore così generato aziona una turbina che trasforma l’energia termica in energia elettrica.
L’inceneritore o termovalorizzatore è quindi un impianto che utilizza come combustibile i rifiuti (CDR), con due obiettivi: eliminarli e produrre energia con il calore prodotto dalla loro combustione Il termine “termovalorizzatore” però, spesso utilizzato, è in realtà inappropriato, oltre che fuorviante, per il semplice motivo che il rendimento della cosiddetta valorizzazione del rifiuto, e cioè la quantità energetica ricavabile dal processo di combustione dei rifiuti, è di molto inferiore al rendimento di qualsiasi centrale elettrica tradizionale, e perché l’intero processo di incenerimento (dalla raccolta allo smaltimento delle ceneri di scarto) consuma molta più energia di quanta ne occorrerebbe valorizzando il rifiuto con il riuso (raccolta differenziata, trattamento e riciclo). Inoltre, solo in Italia viene utilizzato come termine, poichè in nessun Paese dell’UE se ne trova riscontro.
Utili ma risultano negativi all’ambiente Inceneritori
è stato coniato appositamente negli anni’90 per poter essere inserito nelle fonti rinnovabili. E’ anche vero che pure il termine inceneritore potrebbe risultare “riduttivo”, poiché in effetti gli inceneritori o termovalorizzatori producono anche energia, ma le caratteristiche peculiari di un inceneritore restano la combustione, con conseguente rilascio in atmosfera di inquinanti sottilissimi e dannosi alla salute, e la produzione di ceneri di scarto che, è bene ricordarlo, rappresentano in peso il 30% del rifiuto in ingresso bruciato. Ciò significa che comunque, al termine del processo di incenerimento, i rifiuti in entrata vengono eliminati solo per il 70% del loro volume, creando quindi un ulteriore problema, quello dello smaltimento delle ceneri stesse. Per quanto riguarda le emissioni inquinanti, questi impianti sono dotati di sistemi di controllo che dovrebbero garantirne un rilascio ridotto, anche se permangono dei dubbi sull’effettiva efficacia della misurazione di tale impatto, poiché le altissime temperature (anche superiori ai 1.000°) utilizzate nel processo di combustione producono nanoparticelle finissime che sfuggono al controllo In Italia inceneriscono circa 5,4 milioni di tonnellate di RSU/anno Il numero degli impianti di incenerimento attivi in Italia per i rifiuti nel 2018 è pari a 41 unità, oltre al persistente fermo impianto, per diverse cause, di ulteriori tre.
Impianti con enormi problematiche Inceneritori
Questo quanto emerge dall’ultimo ‘Rapporto rifiuti’ dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra). Il 60% degli impianti operativi di incenerimento rifiuti e’ localizzato nel nord Italia, dove su 27 impianti, 3 sono in Lombardia e 8 in Emilia Romagna. Nelle regioni del centro ci sono 11 impianti: 6 in Toscana, 3 nel Lazio e uno rispettivamente nelle Marche e in Umbria. I restanti sette impianti sono localizzati in Puglia (1), Basilicata (2), Calabria (1), Sicilia (1) e Sardegna (2). Per quanto riguarda gli impianti non operativi, quello di Potenza e’ ancora in fase di collaudo, quello di Taranto risulta fermo per problemi di carattere tecnico-gestionale, mentre per l’impianto di Cà del Bue di Verona è arrivato lo stop definitivo dal Tar (attualmente utilizzato come impianto di selezione della frazione indifferenziata recuperabile).
Link Utili:
Una definizione dell’argomento Rifiuti Speciali Roma data dalla famosa enciclopedia on line. (Wikipedia)